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PIEGARE ALLONTANA LA FATICA – Come si comportano gli acciai altroresistenziali

Sembrerebbe il titolo dell’articolo di una rivista femminile, da abbinare ad una dieta zona magari…

Ma parliamo di tutt’altro:

Parliamo della sempre più grande importanza che assume e assumerà

la piegatura nell’ambito degli acciai altoresistenziali.

 

Ora, chi progetta e chi lavora materiali top di gamma come Hardox e Strenx conosce le loro altissime performance sulla tenacità, unite alla loro possibilità di essere deformati a freddo.

Ma chi piega questi materiali avrà fatto caso che sempre più spesso le geometrie tendono ad essere complesse: sagome a C profonde, multi pieghe assurde, profili chiusi a formare improbabili tubi dalla sezione insolita…

Dietro a queste complicazioni in piegatura non c’è, come capita a volte, la follia di un architetto ma un bisogno specifico di ridurre al massimo le saldature o, per lo meno, spostarle in zone dove le tensioni saranno minime.

Tutto bene quindi, fin tanto che non arriva (parole testuali del mio amico David Blanco, bravissimo ingegnere SSAB) “La Morte Nera”, ossia un cordone di saldatura: attorno a questo serpentello malefico di acciaio fuso e solidificato si creano delle tensioni che fanno cadere tutte le belle caratteristiche degli acciai altoresistenziali se sollecitati a fatica. 

Ma la fatica cosa è?

Chi piega lamiera tutti i giorni (come ho fatto anch’io per diversi anni) la conosce bene, ma non è quella ingegneristica:

 

Per un acciaio la fatica è una sollecitazione ciclica ripetuta milioni di volte.

Significa che se snervo una provetta di acciaio la prima volta impiego una forza, se la snervo dopo essere stata sollecitata a trazione un milione di volte… beh, me ne occorre ben di meno.

 

La morale?

Un acciaio altoresistenziale se saldato e tensionato milioni di volte ritorna ad essere paragonabile all’acciaio di partenza senza trattamenti termici. 

Per godere di tutte le proprietà di questi materiali occorre ripensare agli oggetti che li adotteranno

Esempio lampante sono le auto-gru degli anni 70: quattro piatti saldati, neanche una piega e via andare!

Ora quelle moderne, molto più rigide e leggere, sono piene di pieghe e le saldature sono nelle zone di minor tensione. 

C’è molto altro da raccontare, ma io sono dispettoso e lo facciamo un’altra volta!

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